giovedì 2 febbraio 2012

Cara Fiat, costruiamo ciò che siamo

di Olga Sanese pubblicato su L'Ottimista del 24/1/2011

Dal 22 gennaio viene trasmessa una delle più belle pubblicità che si siano mai vista nella storia della tv italiana: lo spot della Fiat Panda, definita “una cosa ben fatta”. Fino alla fine non si capisce che è la pubblicità di una macchina: sembra piuttosto il miglior discorso che un Capo di Stato possa fare alla sua nazione in tempi di crisi.

Si tratta di 90 secondi (anche un po’ commoventi) che rappresentano “l’Italia che siamo”, quella di chi la mattina si sveglia e mette il proprio talento al servizio di tutti e del bene comune, facendo il proprio lavoro con passione e creatività; quell’Italia che è innanzitutto una famiglia “allargata” dalla presenza dei nonni che passano il testimoni ai nipoti attraverso la trasmissione del sapere e dei valori; quell’Italia che è orgogliosa di essere italiana, nonostante i giudizi e le immagini stereotipate che vengono dall’estero.
La pubblicità inizia con la domanda “Quante Italie conosci? E quale vorresti essere?”, mentre scorrono sullo schermo le immagini della costruzione della Panda (dal fabbro al designer fino alle prove di tenuta della strada e degli urti) inframmezzate da scene tratte dalla vita quotidiana (il caffè, il divano davanti alla tv, una mamma che prepara i figli che vanno a scuola). Compare persino un bambino avvolto nel tricolore sopra una scalinata in riferimento ai 150 anni dell’unità d’italia appena festeggiati. L’ambientazione è Napoli dove sorge lo stabilimento di Somigliano e le inquadrature sono tutte per gli operai della Fiat e per la città (il Vesuvio, i panni stesi nei violetti, Pulcinella, il piatto di spaghetti…)
Alla fine la rassicurante voce narrante che recita il monologo sulle note di una meravigliosa colonna sonora recita così: “le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo”. Ma è vero soprattutto il contrario, cioè che mettiamo ciò che siamo nelle cose che costruiamo. Infatti l’uomo, indipendentemente se sia muratore, artigiano, artista o ingegnere, collabora nella “costruzione” della bellezza che ci circonda a partire da quel desiderio di grandezza che è inscritto nella sua natura. 

Insomma, per fronteggiare la crisi, bisogna partire da ciò che sappiamo fare: solo così potremmo spiccare il volo verso una nuova era. E tutto sarebbe più facile se la nuova Panda avesse anche le ali…

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