di Olga Sanese su L'Ottimista del 21/7/2011
“Ti hanno insegnato che nella vita devi imparare a dire no. Falso. La vera cosa difficile da dire è sì”. Ci ha tenuti col fiato sospeso quella pubblicità che ha disseminato i suoi frammenti su tutti i free-press (e non solo) della scorsa settimana. All’inizio c’erano due belle pagine totalmente in bianco con su scritto “Say yes”. Poi, giorno dopo giorno, quei candidi fogli venivano riempiti da situazioni in cui era bello “dire di sì”. Alla fine il puzzle di indizi è arrivato nella sua interezza con un importante messaggio, sostenuto a gran voce anche dal nostro giornale: “O bevi, o guidi”. Così l’arcano segreto è stato svelato: si tratta della pubblicità di una nota birra italiana.
A differenza della velocità in cui si srotolano la gran parte delle reclames su tutti i mass media, il bello di questo nuovo tormentone pubblicitario è che si è fatto strada piano, piano, attraverso un linguaggio che ricorda molto da vicino quello della trasmissione condotta quest’anno su Rai Tre da Fabio Fazio e Roberto Saviano Vieni via con me (che forse ripartirà l’anno prossimo su un’altra rete), se si focalizza l’attenzione su una sententia in particolare che recita così: “Sì al desiderio di ogni italiano di lasciare il proprio paese. Sì alla voglia di ritornare a casa”.
Alla stregua di questa, molte altre frasi sono improntate alla fierezza di essere italiani (“Sì al gusto tutto italiano per la bellezza e la qualità” ) - proprio nell’anno in cui si celebrano i 150 dall’Unità politica del nostro Paese – e rilanciano anche uno stile di vita e di pensiero ottimista come “Sì ai milioni di persone che vorrebbero cambiare il mondo e alle centinaia che ci provano sul serio” o “Sì alle decine che qualcosa l’hanno cambiato davvero”. Alcune fanno riferimento agli amici o alla famiglia: “Sì a tuo padre che non ti chiama, ma è dietro tua madre che ascolta”. Oppure sono legate alla vita professionale: “Sì alle notti in bianco per finire un lavoro e per poi andare in bianco”. O ancora alla cultura: “Sì a quei libri che ti hanno cambiato la vita e a quelle vite che ci si potrebbe scrivere un libro”.
Le frasi sono tutte scritte con un carattere diverso (vari font e diverso spessore delle lettere) e sono affiancate da immagini stilizzate che ricordano da vicino il linguaggio dei social network: c’è la manina, il dito che indica la frase, l’emoticon del bicchiere, la cornetta telefonica di Skype, gli omini pieni di colore come Facebook. Il linguaggio, poi, è molto colloquiale, non mancano stilemi tipici dell’italiano contemporaneo come dislocazioni e “che” usati come complementi oggetto.
Dunque, dire tutti questi “sì” nella nostra quotidianità, magari aggiungendo un sorriso, è la risposta giusta a qualunque domanda e a ogni situazione che ci troviamo a dover affrontare. Solo così “la sete di vita e passioni sarà soddisfatta fino in fondo”. Proprio come con un bicchiere di birra.
“Ti hanno insegnato che nella vita devi imparare a dire no. Falso. La vera cosa difficile da dire è sì”. Ci ha tenuti col fiato sospeso quella pubblicità che ha disseminato i suoi frammenti su tutti i free-press (e non solo) della scorsa settimana. All’inizio c’erano due belle pagine totalmente in bianco con su scritto “Say yes”. Poi, giorno dopo giorno, quei candidi fogli venivano riempiti da situazioni in cui era bello “dire di sì”. Alla fine il puzzle di indizi è arrivato nella sua interezza con un importante messaggio, sostenuto a gran voce anche dal nostro giornale: “O bevi, o guidi”. Così l’arcano segreto è stato svelato: si tratta della pubblicità di una nota birra italiana.
A differenza della velocità in cui si srotolano la gran parte delle reclames su tutti i mass media, il bello di questo nuovo tormentone pubblicitario è che si è fatto strada piano, piano, attraverso un linguaggio che ricorda molto da vicino quello della trasmissione condotta quest’anno su Rai Tre da Fabio Fazio e Roberto Saviano Vieni via con me (che forse ripartirà l’anno prossimo su un’altra rete), se si focalizza l’attenzione su una sententia in particolare che recita così: “Sì al desiderio di ogni italiano di lasciare il proprio paese. Sì alla voglia di ritornare a casa”.
Alla stregua di questa, molte altre frasi sono improntate alla fierezza di essere italiani (“Sì al gusto tutto italiano per la bellezza e la qualità” ) - proprio nell’anno in cui si celebrano i 150 dall’Unità politica del nostro Paese – e rilanciano anche uno stile di vita e di pensiero ottimista come “Sì ai milioni di persone che vorrebbero cambiare il mondo e alle centinaia che ci provano sul serio” o “Sì alle decine che qualcosa l’hanno cambiato davvero”. Alcune fanno riferimento agli amici o alla famiglia: “Sì a tuo padre che non ti chiama, ma è dietro tua madre che ascolta”. Oppure sono legate alla vita professionale: “Sì alle notti in bianco per finire un lavoro e per poi andare in bianco”. O ancora alla cultura: “Sì a quei libri che ti hanno cambiato la vita e a quelle vite che ci si potrebbe scrivere un libro”.
Le frasi sono tutte scritte con un carattere diverso (vari font e diverso spessore delle lettere) e sono affiancate da immagini stilizzate che ricordano da vicino il linguaggio dei social network: c’è la manina, il dito che indica la frase, l’emoticon del bicchiere, la cornetta telefonica di Skype, gli omini pieni di colore come Facebook. Il linguaggio, poi, è molto colloquiale, non mancano stilemi tipici dell’italiano contemporaneo come dislocazioni e “che” usati come complementi oggetto.
Dunque, dire tutti questi “sì” nella nostra quotidianità, magari aggiungendo un sorriso, è la risposta giusta a qualunque domanda e a ogni situazione che ci troviamo a dover affrontare. Solo così “la sete di vita e passioni sarà soddisfatta fino in fondo”. Proprio come con un bicchiere di birra.
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