di Olga Sanese pubblicato su L'Ottimista del 13/10/2010
Da circa una settimana è uscito il nuovo bando del servizio civile nazionale cui è possibile fare domanda fino al 21 ottobre. Le borse prevedono 433,80 € mensili per un lavoro-volontario di 25-30 ore a settimana. Sono tantissimi i progetti nazionali “messi in palio” dalle varie associazioni, cooperative o Onlus che hanno necessità di volontari. Ma che cos’è il servizio civile? Nasce come un “lavoro” fatto per lo Stato e la società in alternativa al servizio militare. Col passare del tempo ha preso su di sé una carica positiva tale da essere una delle prime occupazioni per neolaureati.
Alla base di tutto ci sono i principi di cooperazione e di volontariato, sale e pepe della vita sociale. Le Cooperative, sedi di molti progetti del servizio civile, sono le uniche “aziende”che, in tempi di crisi, hanno assunto invece di licenziare. Il Cardinale Tarcisio Bertone, nella conferenza organizzata dalle Acli intitolata “Il lavoro scomposto”, le ha lodate e difese poiché sono state “punite” dai tagli della recente manovra economica.
Per il mondo del volontariato e dell’associazionismo bisognerà ricordare che il non profit è come una “leva” capace di moltiplicare la ricchezza sociale, secondo l’indicatore VIVA (Volunteer Investment and value audit): in Italia, ad ogni euro speso per i volontari corrisponde un ritorno economico di circa 12 €. Sin dal “Primo rapporto Cnel-Istat sul non profit” (realizzato nel 2008) erano 221mila le realtà che nel 1999 operavano nel Terzo Settore muovendo risorse per 38 miliardi di euro grazie a 4 milioni di persone, di cui oltre 3 milioni di volontari. A questo bisogna aggiungere che nel 2009 l’Istat ha stimato essere triplicata la propensione degli italiani a svolgere attività di volontariato nell’arco del quindicennio compreso tra il 1993 e il 2008. Basti pensare che il censimento dell’Istat previsto per la primavera del 2012 segnale un raddoppiamento delle istituzioni nonprofit che passano dalle 221.000 del 1999 a ben 450.000. Si tratta di corpi intermedi che, secondo alcuni studiosi, sgravano lo Stato di circa 10 miliardi di euro, contando solo il controvalore economico delle attività socio-assistenziali per la popolazione anziana.
Anche i dati relativi al cinque per mille, caposaldo per eccellenza del welfare sussidiario, strada maestra che conduce lo Stato a riconoscere le innumerevoli attività del Terzo Settore volte al bene comune, riportano che gli italiani scelgono con sempre maggior fiducia di finanziare la propria associazione del cuore - sono stati 15.400.000 nel 2009 (+5,6 % rispetto al 2008) – e che le organizzazioni non profit ammesse al beneficio di questo ormai noto strumento di sussidiarietà fiscale sono state 41.000 nel 2010, indice della necessità di una sua sempre più cogente stabilizzazione.
Il 2011, poi, come Anno Europeo del Volontariato, ha avuto il merito di rilanciare ancora di più l’importanza del volontariato europeo: tante sono state le iniziative promosse dai vari Stati Europei, tra cui il Meeting dell’ “European Youth Forum” a Bruxelles in cui si sono riunite 100 associazioni di volontariato – ed è stato calcolato che il volontariato pesa tra l’1 e il 3 % del PIL mondiale - per chiedere una Carta dei diritti dei volontari e la detassazione di chi investe nel non profit.
Insieme a tutti questi numeri è indispensabile, però, sottolineare un altro “dato” che numero non è: il volontariato non profit ha in sé il valore aggiunto della gratuità, specificità del lavoro volontario, e per questo “vale oro”. Per questo in bocca la lupo a tutti i volontari che si arruolano nel servizio civile!
Nessun commento:
Posta un commento