Si fa un gran parlare dei giovani d’oggi un po’ ovunque: si dice che sono disoccupati, che addirittura uno su cinque né studia né lavora e che chi è occupato non avrà la pensione. C’è chi dice che questo dipenda dalla loro scarsa volontà di fare e che restino volontariamente a casa di mamma e papà fino a quarant’anni, e chi, invece, fa ricadere tutta la colpa sulla generazione precedente che – vivendo nell’età dell’oro per benessere e opportunità – ha pensato solo a sé stessa e non al futuro dei loro figli, o che almeno non ha contrastato quel giovanilismo allora appena nascente che avrebbe portato via proprio dai giovani il loro futuro. Insomma, quegli adulti che hanno creato una società siffatta sarebbero gli stessi che poi si piangono addosso per i loro figli senza futuro. Ma questo loro pessimismo non aiuta certo i giovani e farsi strada.
Nonostante ciò molti ragazzi di oggi realizzano i loro desideri e i loro sogni, pur non incontrando favore presso gli adulti che spesso non finanziano le loro idee. Ma i giovani, per natura, non demordono davanti al primo inghippo che trovano e cercano altri modi per realizzare i loro progetti. La moda del momento è ricorrere a uno sponsor, cioè a un’azienda che si carica delle spese necessarie per fare in modo che un’idea venga realizzata, in cambio di pubblicità al “mecenate”. Oggi questa modalità è diffusissima, tanto che gli sponsor sono ovunque, dalla scuola che si presta come set per girare i “Cesaroni”, alla riforma dell’università che permette alle aziende di entrare negli atenei, dai privati che comprano banchi e sedie per le istituzioni scolastiche alle imprese che pagano il master agli studenti se lo portano a buon fine. Al di là di questi semplici esempi, ce ne sono alcuni che fanno davvero sorridere. Il caso più eclatante è quello di due ragazzi milanesi che, senza un euro in tasca, pur di sposarsi, hanno creato un blog dove pubblicizzare le aziende che stanno finanziando le loro nozze. E indovinate un po’ come l’hanno chiamato? Mi sposo con lo sponsor. Ebbene sì, anche il matrimonio non è più quello di una volta, quando si invitavano parenti anche di terzo grado al pranzo nuziale; ormai bisogna adeguarsi ai tempi della crisi e se c’ è un settore che non muore mai è proprio la creatività giovanile.
Un’idea simile era già venuta a due ragazzi romani che, nella loro partecipazione di nozze, avevano inserito il sito web in cui avevano messo il giorno e il luogo del matrimonio, la mappa per raggiungere i luoghi della Chiesa e del ristorante e, infine, le informazioni sulla lista nozze. Ma non finisce qui. I due giovani letterati in procinto di sposarsi hanno risparmiato anche i soldi per l’album fotografico, mettendo le foto digitali del loro matrimonio sul sito suddetto. Addio, dunque, alle “traversate” per andare a vedere il tradizionale album nuziale a casa degli sposi; ormai basta digitare la loro url da casa. Poi, dopo il matrimonio, si possono vedere anche le foto del viaggio di nozze e, un giorno, quelle dei nascituri.
Altrettante sono poi le idee che i giovani autofinanziano, mettendo a rischio soldi e tempo. Si legge sui giornali che alcuni ragazzi hanno realizzato un laboratorio di teatro per giovani attori in un paese- fantasma ormai spopolato, un cinema high tech in un vecchio locale rimesso a posto per proiettare cortometraggi indipendenti mentre si degustano cibi equo e solidali, una masseria per i festival di writers e, infine, la rivista di cultura che lancia scrittori esordienti.
Si può dunque dire che i “bamboccioni” di ieri sono i manager di oggi.
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