La mia lettera a Dino Boffo (3/9/2008)

SCUOLA / 1 "ECCO COME LA VORREI"
Caro Direttore, al rientro dalle vacanze estive mi piacerebbe trovare la scuola che ho lasciato cinque anni fa, quando ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Lettere classiche. Mi piacerebbe poter entrare in classe e, questa volta, sedermi di fronte agli studenti e ritrovare una scuola 'simile' (non sono così nostalgica da desiderarla 'identica') a quella che avevo frequentato. Per esempio, soltanto cinque anni fa, ci si alzava ancora in piedi all'ingresso dell'insegnante (considerato spesso un maestro di vita), il crocifisso era appeso sopra la cattedra, i genitori non si intromettevano nei programmi e nei metodi di insegnamento adottati dai professori, gli studenti svogliati e turbolenti erano consapevoli che rischiavano di essere allontanati dalla classe. Se all'apertura di questo nuovo anno scolastico avessi avuto la possibilità di insegnare, pur essendo 'soltanto' una neolaureata di 24 anni, avrei cercato di spiegare ai ragazzi il perché della mia scelta universitaria e avrei voluto ascoltare dai miei studenti le motivazioni che li hanno spinti a iscriversi al liceo. Così avrei fatto una lezione su tutto quello che mi ha dato il liceo che ho frequentato e, in generale, sulla scuola che vorrei, all'indomani dell'esperienza universitaria. Mi sarebbe piaciuto parlare dell'importanza delle discipline umanistiche, del messaggio di umanità che scaturisce dai classici, del significato della parola 'educazione', fine primario dell'istituzione scolastica. Dunque avrei detto loro che tutto questo costituisce un vero e proprio tesoro in grado di aprire gli occhi degli adolescenti e di allenarli a giudicare criticamente la realtà nella vita di tutti i giorni. Ma, per ora, tutto questo rimane solo un sogno: la Ssis è sospesa, le graduatorie sono chiuse e nessun concorso è stato bandito. L'insegnamento, per me, resta ancora un miraggio. Olga Sanese