martedì 15 novembre 2011

NON DI SOLO PIL VIVE L’UOMO


di Olga Sanese pubblicato su L'Ottimista del 9 novembre 2011

Venerdì 4 dicembre al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro si è tenuta la presentazione dei nuovi 12 domini, o parametri, per la misurazione della ricchezza di un Paese che in futuro manderanno in soffitta il vecchio PIL,  finora unico strumento utilizzato.
Ma com’è nata questa iniziativa? Sicuramente dalla volontà dei Presidenti Marzano (Cnel) e Giovannini (Istat) che nel dicembre 2010 hanno avviato una inter-Commissione, cioè un’iniziativa congiunta, al fine di misurare il “benessere equo e sostenibile” (Bes). La loro proposta si inquadra in un vivace dibattito internazionale sul cosiddetto "superamento del Pil", stimolato dalla Commissione Stiglitz – Sen – Fitoussi e dalle iniziative dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) per la misura del progresso delle società.
Già nel giugno 2010 il giornalista Donato Speroni con il suo libro “I numeri della felicità” (edizioni Cooper) – con una prefazione del Presidente dell’Istat Enrico Giovannini – aveva dato il suo contributo italiano al dibattito internazionale e oggi ecco i frutti che può raccogliere. Al benessere economico, infatti, sono stati aggiunte altre 12 misure di “felicità”: l’ambiente, la salute, l’istruzione e formazione, il lavoro e la conciliazione tempi di vita, le relazioni sociali, la sicurezza, il  benessere soggettivo, il paesaggio e il patrimonio culturale, la ricerca e l’innovazione, la qualità dei servizi, la politica e le istituzioni.
Da notare il dibattito nato intorno alla “propensione al volontariato” (inserito nel dominio delle “relazioni sociali”): infatti un Paese che dona il suo tempo agli altri è sicuramente più ricco, sia economicamente (perché ha la possibilità di aggiungere alle ore di lavoro, quelle per fare volontariato) sia perché donare dà  felicità a chi è generoso e a chi riceve. Come diceva Baden Powell, infatti, “la vera felicità consiste nel rendere felici gli altri”. Lo stesso Benedetto XVI nella “Deus est caritas” afferma che “La carità sarà sempre necessaria anche nella società più giusta”.
Pertanto il dominio sulle “relazione sociali”, alla fine del dibattito, recita così: “L’intensità delle relazioni sociali che si intrattengono e la rete sociale nella quale si è inseriti non solo influiscono sul benessere psico-fisico dell’individuo, ma rappresentano una forma di “investimento” che può rafforzare gli effetti del capitale umano e sociale. La famiglia costituisce un luogo di osservazione privilegiato delle relazioni, insieme alle altre forme di relazione e di reti: dai rapporti di amicizia e di lavoro, di comunità e di vicinato, all’impegno nel pubblico e nel volontariato”.
Ma non finisce qui: gli studiosi sono ancora al lavoro e hanno istituito un blog (http://www.misuredelbenessere.it/) e un questionario online dove ciascuno di noi può dare il suo contributo  esprimendo sinteticamente la propria opinione in merito alle 12 dimensioni del benessere finora proposte dal “Gruppo di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana” creato dal Cnel e dall’Istat.
Dunque dal censimento della popolazione alla misurazione del benessere sono i cittadini di oggi che disegnano il mondo di domani.
Allora che aspettate a dire cosa vi fa ricchi, cioè felici? Votate, votate, votate!

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