martedì 3 aprile 2012

La prima impronta della Pasqua è su quel panno

Perchè si usa la parola "volto" e non faccia, non viso, quando si vuole indicare la reliquia di Manoppello? Perchè non è come quello degli altri.
E perchè il primo istinto è quello di toccarlo? Forse perchè siamo un po' tutti come S. Tommaso (se non tocchiamo, non crediamo) o forse oggi c'è il rischio di non credere nemmeno dopo aver toccato con mano, tanta l'apatia che respiriamo.
Ma cosa ci è rimasto "impresso" dal ritiro scolastico pasquale a Manoppello? 
La polemica tra coloro che sostengono che sia una pittura e coloro che dicono che l'immagine è sovrapponibile a quella della Sindone (che, tra l'altro, l'avvolgeva)? oppure le parole di chi diceva "come fa a tenere gli occhi aperti"?
Sono tutte domande che i pellegrini si fanno, soprattutto coloro che elemosinano uno sguardo, Quello. Anche Dante cercava il volto di Dio e nella Divina Commedia prova a descriverlo; anche lì, come a Manoppello, è trasparente, è luminoso e sembra guardarci. D'altronde a chi non piacerebbe "rispecchiarsi" in quella misteriosa immagine?
Allora si può credere o meno a un'affascinante reliquia, ma di sicuro non smetteremo di cercare quel volto nel viso di chi ci sta intorno e ci ama più di se stesso.

Buona Pasqua, nella speranza che quegli "occhi aperti" aprano anche il nostro cuore.

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