martedì 27 dicembre 2011

L’educazione salesiana: 150 anni di buoni cristiani e onesti cittadini:



di Olga Sanese pubblicato su ZENIT del 17/12/2011

Nonostante la crisi, la famiglia salesiana ha voluto dare il suo contributo ai festeggiamenti per i 150 anni dall’Unità del nostro Paese attraverso un seminario di studio tenuto il 26 ottobre scorso presso  la
Sala della Promoteca del Comune di Roma, organizzato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e dall’Istituto Storico Salesiano.
L'incontro intitolato “Fare gli italiani con l’educazione. Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice da 150 anni accanto ai giovani”, prende spunto da due libri recentemente pubblicati: “Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Donne nell’educazione. Documentazione e saggi”, a cura di Grazia Loparco e Maria Teresa Spiga (Roma, LAS 2011) e “Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di educazione” a cura di Francesco Motto (Roma, LAS 2011).
Il Convegno è stato rivolto “alle comunità educanti, a quanti lavorano nelle istituzioni civili ed ecclesiali con attenzione all’educazione, a studiosi e giornalisti, nella consapevolezza che è necessario operare in rete per favorire realmente l’interesse per i giovani” e ha visto come protagonisti del dibattito il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, il professor Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, la professoressa Marianna Pacucci, e gli interventi di madre Yvonne Reungoat, superiora generale, e di don Pierfausto Frisoli, consigliere regionale d’Italia, oltre che delle autorità istituzionali. Ha moderato l’incontro il vice direttore dell’ “Osservatore Romano”,  dottor Carlo Di Cicco.

Il fondatore dell’Opera Salesiana, don Bosco, è stata una figura cruciale nella storia dei rapporti tra Chiesa e Stato italiano; egli non si è mai rassegnato alla rottura delle relazioni fra il Papa e l’Italia, anzi, si è adoperato a rimuovere gli ostacoli perché la nuova nazione sorgesse, nel segno della pace religiosa, su basi condivise. Con la sua opera educativa e popolare ebbe una parte nel Risorgimento morale e spirituale degli italiani. Ma se la sua azione è nota, lo è meno quella dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sorti gli uni a Torino alla vigilia dell’unità d’Italia e le altre a Mornese (Alessandria) nel 1872.
Il convegno si è posto come fine quello di “suscitare la riflessione sul contributo educativo di migliaia di educatori che in 150 anni hanno raggiunto moltissimi ragazzi e ragazze di tutte le regioni d’Italia, offrendo una formazione che li preparasse alla vita e al contempo ne facesse cittadini onesti e cristiani convinti”.
I Salesiani hanno cercato, con le risorse disponibili, di “fare il bene che potevano e come potevano”, di costruire di ogni italiano un uomo maturo, un lavoratore capace, un cittadino onesto, un buon cristiano attraverso l’educazione della gioventù, lo sviluppo dell’istruzione professionale, la diffusione della cultura di base, l’assistenza religiosa alle popolazioni. Si è inserito operativamente nella vita dell’Italia nuova, specialmente in settori per i quali lo Stato non aveva sufficienti risorse da spendere; ha evidenziato come si possano realizzare risultati estremamente positivi nell’ambito della cooperazione tra pubblico e privato e in un’ottica di solidarietà e sussidiarietà.
La loro presenza è attiva in 131 Paesi del mondo e conta 1500 opere in tutta Italia. A Roma spiccano l’istituto S. Maria Ausiliatrice di Via Dalmazia, l’Istituto S. Maria Mazzarello di Piazza S. Maria Ausiliatrice, i San Giovanni Bosco di Viale P. Togliatti, Via Appia Nuova e Piazza Decemviri; infine il Sacro Cuore di Via Morrone.

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