sabato 11 dicembre 2010

Il ritorno del concorso pubblico

Se vi andate a fare un giro negli hotel che posseggono immense sale d’esame dove svolgere i concorsi pubblici a cui partecipano migliaia e migliaia di persone (17.000 per la Banca d’Italia, per esempio), vi meraviglierete della gran varietà di gente che vi circonda: giovani, vecchi a un passo dalla pensione, persone di mezza età (che provano concorsi da una vita), laureandi, diplomati pentiti di non essersi iscritti al’università (per poter avere altri 5 anni davanti prima di ritrovarsi in mezzo alla strada e tentare concorsi), donne in stato interessante (alle quali passereste anche tutte le domande del test, pensando che hanno più bisogno di voi di trovare lavoro perchè hanno un piccolo laddentro) etc…
Perciò, dopo esservi stupiti del “Decameron” che avete davanti, sicuramente vi chiederete: “Ma se tutte queste persone oggi hanno preso un giorno di ferie..chi sta lavorando al posto loro? O l’Italia va a rotoli perché nessuno produce?!”
E la terza questione che vi porrete sarà la seguente: “Ma tutta questa gente sogna davvero di fare questo lavoro nella vita? È mai possibile che questi non vedevano l’ora di venire qui a concorrere per un posto da vice-bidello alla Banca d’Italia?”. E vi risponderete da soli: “ O forse pensano al miraggio del posto fisso e allo stipendione dato per non fare nulla, immediata conseguenza della tanto agognata assunzione?”
D’altronde, perché farsi tutte queste domande? È molto più divertente avvicinarsi e sentire cosa ha da dire ciascun tipo di persona. C’è la snob che afferma: “Beh, a questo concorso non sono così tanto organizzati come a quello che ho provato il mese scorso”. C’è chi racconta le sue storie lavorative sfigatissime, chi un lavoro non lo ha mai avuto o chi ce l’ha ma è in nero,  chi fa lo strappalacrime buttandola sulla famiglia da mantenere e poi ci sono i precari, che sono sempre la gran parte.
E  la cosa più brutta di tutto e che questa storia è estremamente vera. Così com’è vero che, mentre l’Italia è impegnata a pensare se il Terzo Polo è la vera opposizione a questo Governo e se la Riforma universitaria si butta o meno giù dal tetto, in Sicilia 400 persone sono diventate presidi dopo un concorso grazie a una mega sanatoria, avallata dai politici locali, che hanno fatto passare  persone che avevano commesso persino errori di ortografia!

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