martedì 1 febbraio 2011

Il libro del futuro? È-book! L’attuale exploit di i-pad ed e-tablet potrebbe farci riscoprire il piacere della lettura

di Olga Sanese
su L'Ottimista del 26/1/2011

I libri non esistono più. Dove sono finiti? Probabilmente nel Cimitero dei Libri Dimenticati, inventato da Zafòn ne L’ombra del vento… O forse no? La prima settimana di gennaio le principali testate giornalistiche nazionali parlavano quasi soltanto di libri digitali, come se il cartaceo fosse già sparito. Le parole d’ordine erano e-book, I-Pad, eReader, eccetera. E i giornalisti dicevano che era già avvenuto il passaggio dalla carta al digitale, la Quarta Rivoluzione, così come gli antichi passarono dal rotolo al codice e poi dalla pergamena alla stampa. In effetti anche il mio professore di Filologia italiana all’Università diceva: “Noi siamo in un’epoca di transizione e non ci stiamo accorgendo della rivoluzione in cui siamo immersi”.
Ma cosa sono queste nuove “diavolerie”? Il primo e-book, cioè libro cartaceo “versato” in rete, già scaricabile sugli appositi supporti già nel 2000. Solo nel 2010, però, c’è stato un vero e proprio “e-boom” del libro elettronico. Il primo sito italiano ad esserne fornito è nato appena sei mesi fa: è la cosiddetta libreria on-line. Di conseguenza, in autunno, abbiamo assistito all’ira degli editori, scatenata dalle nuove tariffe postali; ma i promotori della rivolta non ce l’avevano tanto con l’e-book, quanto con la concorrenza dell’e-commerce (cioè la vendita di libri cartacei ordinati via internet) per i prezzi scontatissimi (anche il 30%, se si pensa a Amazon.it) lecitamente ammessi. Dunque non è l’e-book a rubare clienti al cartaceo bensì la mancanza di una legge giusta e valida per tutti i libri, ovunque essi si vendano. Ad ogni modo il 2011 sarà l’anno in cui il libro digitale s’imporrà sul mercato italiano come nuovo elettrodomestico che, per quanto tascabile, è tutt’altro che domestico. Infatti, escluso l’alto costo iniziale del supporto utilizzato per leggere questi libri elettronici (gli e-Reader, cioè i lettori speciali senza riflesso o gli i-pad, tavolette – e-tablet - da poco in commercio), gli e-book saranno di gran lunga più economici dei corrispettivi in formato cartaceo (d’altronde manca il materiale!). Per creare un e-book, infatti, bastano appena due ore (un’ora se se si tratta di un racconto). In Italia le piattaforme digitali da cui possono essere scaricati sono Mondadori, da una parte, e Rcs, Feltrinelli, Bookrepublic e Simplicissimus dall’altra.
Ma c’è un’altra novità che forse cambierà le nostre abitudini: si tratta della e-literature, cioè la letteratura che nasce direttamente on-line (e non si può riprodurre su cartaceo) perché interattiva e contenente file sonori e immagini animate. L’e-literature produce ipertesti, il cui corrispettivo su carta poteva essere, negli anni Cinquanta, l’Ulisse di James Joyce: come dimenticare, infatti, quei salti della mente stimolati dall’uso narrativo del flusso di coscienza! Eppure Joyce si poteva leggere senza l’uso di una e-tablet… bastava l’immaginazione.
Davanti a tutte queste novità che sembrano rivoluzionare la nostra vita di lettori (e scrittori), i tradizionalisti si sono già fatti promotori della difesa del libro cartaceo: toccare la carta, sentirne l’odore, tenerlo sul comodino, avere la dedica dell’autore - inseguito a un convegno o incontrato fortuitamente per strada – sono cose che non hanno prezzo, né concorrenza che tenga. E poi, d’accordo per i brevi racconti on-line che hanno massimo 40 pagine, ma come si fa a stare con gli occhi fissi per tanto tempo su uno schermo in cui entrano pochissime parole? Tra l’altro, quale dovrebbe essere la posizione delle mani e del corpo mentre si legge un e-book?
Ovviamente non mancano i difensori delle nuove tecnologie digitali che sono soprattutto i più giovani (e gli ecologisti che godono al risparmio della carta): gli e-book sono pieni di immagini (o di contenuti interattivi nel caso dell’e-literature), li puoi portare dove vuoi perché sono grandi come un cellulare, sono leggeri e non hanno mai l’aria di essere dei “mattoni”; se non conosci una parola contenuta nel libro che stai leggendo, non la devi cercare su un vocabolario ma usi lo stesso i-pad, su cui hai come l’impressione di leggere un sms dopo l’altro, invece che un tomo intero; in metropolitana puoi mettere il segnalibro digitale senza bisogno di arrivare a fine pagina entro la fermata in cui devi scendere e, infine, se c’è un errore di “stampa”, basta che l’autore rimetta in rete il testo corretto (alla faccia dello stemma codicum!). Poi, a chi dice che il libro è un oggetto di culto da esibire in una bella libreria di famiglia, i ragazzini risponderebbero: “Beh, anche l’i-pad. Anzi lo puoi esibire ovunque, non devi per forza tenerlo a casa”.
Ma è proprio vero che le nuove librerie saranno dei social network? Sull’argomento sono stati sollevati alcuni dubbi. Per esempio gli incontri con gli autori, i convegni in biblioteca, le premiazioni di concorsi letterari, dove si può anche spizzicare qualcosa da bere o da mangiare saranno sempre ineguagliabili, così come i veri rapporti con le persone che ci circondano. Anzi, dirò di più: potrebbe essere proprio l’e-book a dare una spinta alla rinascita delle biblioteche pubbliche per tante iniziative interessanti. E poi il nuovo supporto non per forza stravolgerà la narrativa, il raccontare e l’emozionare il lettore: queste caratteristiche del libro (cartaceo o digitale) rimarranno vive per sempre nei lettori e negli scrittori.
Insomma, per concludere, cambierà pure la forma, ma la sostanza non muterà mai. Dunque addio alle file del sabato pomeriggio o sotto le feste alla Feltrinelli (che intanto potrebbe trasformarsi definitivamente in Ikea, aumentando i set di piatti, bicchieri e caffettiere che già contiene): compreremo libri in qualunque punto della terra ci troviamo, scaricandoli. Addio anche agli studenti con le spalle curve dal peso dei libri e alle “sudate carte” di memoria leopardiana! Voglia il cielo che proprio il nuovo libro susciti maggiore interesse nei ragazzi e li faccia appassionare di più alla lettura. Allora guardiamo avanti perchè il libro del futuro è book! Basta spostare il trattino.

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