domenica 20 marzo 2011

I sabati dello scriptorium: L’Italia è un desiderio - Il bene comune della poesia

di Olga Sanese su Il sussidiario.net del 10 marzo

Il 12 marzo è iniziato il ciclo di incontri organizzati dal giornalista, poeta e scrittore Davide Rondoni, in collaborazione con la cattedra di “Laboratorio di Scrittura e cultura nella comunicazione” della Facoltà di Scienze della Comunicazione de “La Sapienza” di Roma.
Si tratta di una rassegna culturale di poesia, arte e cultura, intesa come  scambio di opinioni sui testi portati allo scriptorium dai partecipanti (fatti da loro o da loro amati) al fine di scoprire i segreti di scritti eterni – e quindi sempre nuovi – e di ricostruire le tappe dei loro itinerari poetici. L’idea dei  I sabati dello scriptorium s’inquadra all’interno dei festeggiamenti dei 150 anni dall’Unità d’Italia, nella consapevolezza che la nostra nazione era “una di lingua”, cioè unita culturalmente, prima di diventarlo anche politicamente. Il sottotitolo dell’iniziativa L’Italia è un desiderio - Il bene comune della poesia viene spiegato da Rondoni così: L'Italia è un'aspirazione” - sosteneva uno dei miei maestri, l’amico Mario Luzi - ovvero l'Italia cessa di esistere nel momento in cui smettiamo di desiderarla perché crediamo di averla già fatta. Questo è un ideale, non solo di letterati e di poeti che furono i primi a darne voce, ma di tanti che sono semplicemente orgogliosi di esser conterranei di Dante e di Michelangelo. Perciò aiutare i giovani a rendersi conto di ciò e ad assaporare questo tesoro è un’esigenza primaria per il nostro futuro”.
Nella bibliografia de I Sabati compare anche l’ultimo libro di Davide Rondoni, Contro la letteratura(Il Saggiatore). Rondoni, infatti,  prima di Togliamo il disturbo – Saggio sulla libertà di non studiare di Paola Mastrocola, ha cercato di ripensare a fondo i modi di trasmissione del gusto del sapere attraverso la proposta di rendere facoltativo alle superiori (dopo averlo proposto bene precedentemente) un percorso di lettura, lasciando però nel programma di storia alcuni elementi di storia della letteratura.  “Occorrono insegnanti – dice Rondoni - che mettano a rischio la propria autorevolezza di fronte ai ragazzi, altrimenti la letteratura come obbligo e come impiego è destinata a fallire (più di quanto sia già il disastro) nelle scuole. Proprio per questo spero di poter sperimentare la mia proposta in un alcuni istituti scolastici”. Il compito degli insegnanti, dunque, è di “educare alla bellezza”, proprio come recitava la due giorni di poesia organizzata da Rondoni a Roma tempo fa.
Quest’anno, invece, I sabati dello scriptorium prevedono più date (2 aprile, 7 maggio, 28 maggio e 11 giugno) e avranno luogo presso l’Aula Oriana (Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale). Agli incontri interverranno Zingonia Zingone, Maria Grazia Calandrone, Mario Morcellini, Andrea Di Consoli, Aurelio Picca, Francesca Merloni, Daniele Mencarelli e Claudio Damiani, “tutti per condividere – ha affermato Rondoni - la forza bruciante e la vastità umana della esperienza della poesia, che è un elemento antropologico prima che un dato letterario e culturale”.

1 commento:

  1. "il compito degli insegnanti è di educare al bello" può essere una cosa meno bella di quel che sembra e personalmente non mi vede d'accordo.
    gli insegnanti dovrebbero educare anche al brutto, mi viene da dire. ma neanche questo è vero perché gli insegnanti NON dovrebbero educare al manicheismo.
    in realtà quel che voglio intendere è che gli insegnanti non dovrebbero affatto educare, bensì trasmettere.
    allora facciamo che un insegnante deve trasmettere un senso estetico, che rispetto a "educare al bello" è un concetto molto più aperto e complesso.
    prima di tutto implica un principio di condivisione e un contagio affettivo da e verso la materia e lo studente, una sorta di triangolo culturale che dai tre vertici di partenza cerca l'espansione e l'arricchimento diventando circolarità, spiralità. vertici di cui nessuno ha una posizione di comando. quant'è vero che se l'insegnante non viene ascoltato non vale niente, le lettere non lette non sono mai state scritte, lo studente che non ha un desiderio attivo non è uno studente.
    e secondo il mio parere tutto questo manca. e manca proprio perché l'idea è sempre il medesimo e antico attaccamento alle bellezze immobili, all'insegnamento monolitico, all'apprendimento annoiato.

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