venerdì 11 marzo 2011

Le audizioni made in CNEL su Csr e welfare sussidiario

di Olga Sanese pubblicato sul settimanale VITA-non profit il 25/2/2011

Dal primo luglio il Comitato “Osservatorio sull'economia sociale” del CNEL, coordinato dal Consiglier Gian Paolo Gualaccini, ha dato inizio al monitoraggio delle più importanti aziende italiane circa la “Responsabilità sociale d' impresa” (CSR) e il “welfare fai da te”. A fare da sfondo a questi incontri è Villa borghese che ospita nel cuore di Roma Villa Lubin, sede del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro. 
Le prima aziende ad essere state udite (luglio 2010) furono la Nestlé, che raccontò del “Progetto 90 giorni” (strutture per accogliere e intrattenere i bambini dai 3 ai 14 anni durante i periodi in cui non sono a scuola e i genitori lavorano) e la Sanofi-Aventis, che illustrò il piano-case costruite per i propri dipendenti terremotati dell' Abruzzo.  In autunno, poi, è stato il turno di importantissime imprese come Barilla, Enel, Fiat spa e Takeda Italia.
Ma non finisce. Ad aprire il nuovo anno, il 25 gennaio u.s., è stata la Coca-Cola hbc Italia che ha illustrato - con materiali cartacei e digitali - le quattro fondamentali aree di responsabilità sociale che permettono all’azienda di pensare all’eco-efficienza come valore: la responsabilità ambientale (attraverso il riciclo, la riduzione degli imballaggi, il risparmio idrico, la riduzione dei consumi e delle emissioni, la ricerca di fonti alternative e la cogenerazione elettrica); l’incentivazione di un rapporto costante, aperto e costruttivo con le comunità locali (grazie alle strutture di ricerca, alle iniziative messe su per l’emergenza terremoto, ai corsi di educazione ambientale e al sostegno alle Onlus); il consolidamento di un approccio etico al mercato, al fine di creare un ambiente attento alle esigenze delle persone. Il quarto punto, assai degno di nota, è la valorizzazione del personale che rientra nel cosiddetto “welfare fai da te”, come insegna l’esempio storico di Luxottica. La Coca – Coca, infatti, organizza corsi di formazione per i propri dipendenti sulla tutela ambientale, sulla sicurezza e sulla qualità del lavoro, fornendo loro strumenti informativi - come un apposito canale tv e delle riviste specializzate - nella consapevolezza che una corretta informazione può contribuire adeguatamente al business dell’impresa; inoltre l’azienda permette una partecipazione attiva dei dipendenti in tutti i progetti di CSR, da quelli di eco-sostenibilità alla charity svolta presso le Onlus. Infine, organizza   un summer camp gratuito per i figli dei dipendenti.

Il 17 febbraio è stato il turno di 3 M che ha relazionato sia sulla sostenibilità dell’impresa attuata grazie alla riduzione dei rifiuti e alle energie rinnovabili, sia sull’attenzione posta nei confronti dei propri dipendenti e anche dei loro familiari. Infatti chi lavora in MMM ha diritto al rimborso di spese mediche, a un’assicurazione sanitaria e, su richiesta, a sedute di counseling psicologico; il dipendente, poi, può acquistare azioni della sua azienda a tasso zero, avere un fondo pensione, ricevere un prestito per comprare un auto o una casa e, grazie alla tessera “3M club”, avere sconti su ristorazione, trasporti, libri e viaggi. Inoltre all’interno dell’azienda ha a disposizione il “3M store” (lo spaccio aziendale), la lavanderia, la possibilità di fare la spesa on-line, di guardare film in lingua originale, di riscattare il proprio pc portatile, di prendere un auto aziendale (anche ibrida) o di avere, oltre al parcheggio, un servizio di car pooling e navette aziendali. Alcune di queste pratiche virtuose di welfare sussidiario sono valide anche per la famiglia: basti pensare alle spese sanitarie, al costo d’iscrizione di un figlio al nido o alle borse di studio per i più grandi, oltre ai contributi che i dipendenti ricevono se hanno anziani in casa. A tutto ciò, bisogna aggiungere i benefits che la “Fondazione 3M”, ente volutamente separato dal business aziendale per sottolineare l’alta finalità, fornisce al territorio e alla  comunità come le giornate dedicate alla sicurezza stradale o all’arte e alla cultura.
Insomma, dare welfare al dipendente si dimostra utile all’azienda: permette di ricevere fedeltà alla sua mission e di investire soprattutto su quei talent young che, opportunamente intercettati e valorizzati, permettono all’impresa di continuare ad accrescere il proprio business.

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