domenica 15 gennaio 2012

il Colosseo sta crollando...Caro Della Valle non fargli le scarpe!

di Olga Sanese pubblicato da "Pagine" del mese di Dicembre 2011

 “Della Valle ha scritto un manifesto contro i politici: Lei crede che sta costituendo un nuovo partito o che, per risparmiare, lo farà fare in Cina”? Così domandava Geppy Cucciari agli ascoltatori di G’ Day, il suo programma di informazione satirica su La7, incalzando il patron delle Tod’s, Hogan e Fay che, il 1 ottobre scorso, aveva fatto pubblicare a pagamento sui principali giornali italiani (Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole 24 ore e la Gazzetta dello Sport), non una pubblicità delle sue scarpe, ma una sua dichiarazione. In questo manifesto intitolato “Politici, ora basta!” rimproverava tutta la classe dirigente attuale e anche tutti quegli imprenditori che sono scesi a patti con la politica (cioè, lui stesso quando andava sotto braccio a Mastella), appellandosi a quelle famose “componenti della società civile” affinchè lavorino per il “bene del Paese” e per il “futuro dei giovani”. Un perfetto linguaggio anti-politico se si aggiungono altri termini presenti nel suo manifesto come “vergognarsi” e “indecente spettacolo” della politica che sta distruggendo la “reputazione” dell’Italia nel mondo.

Tutto il contenuto del suo manifesto lo aveva anticipato la sera prima al Tg di Mentana su La7, lasciando tutti con un interrogativo: perché Diego, lo zorro delle scarpe, ha voluto fare questa mossa? Un altro imprenditore che scende in campo? Vuole forse anticipare il suo amico Montezemolo (di cui è socio in Ntv e “vicino di banco” nei Cda di Ferrari, Rcs e ovviamente in Tod’s) buttandosi in politica? Della Valle giura di no, sostiene che la pagina pubblicitaria è stata un gesto dovuto al suo Paese e che tanti avrebbero fatto lo stesso, se ne avessero avute le possibilità. Dice che la decisione di prendere carta e penna non l’ha fatta di concerto con Luca di Cordero, ma gliel’ha dettata il cuore mentre era a Parigi per un evento della Louis Vuitton (altro CdA di cui fa parte). Aggiunge, infine, che questa “uscita pubblica” va inquadrata in parallelo, e non in contrapposizione, al “Manifesto per salvare l’Italia” fatto dagli industriali il medesimo giorno. Già, proprio quella Confindustria con cui c’è sempre stato un rapporto di amore e odio, culminato nel 2006 a Vicenza quando, dopo un contrasto con l’attuale premier, se ne andò sbattendo la porta. Chissà se si riferisce a questi industriali, dunque, quando nel manifesto accenna agli affari del mondo imprenditoriale con la politica. È questa l’ipotesi fatta da “Il Foglio” di Giuliano Ferrara sulle cui pagine, sempre il 1 ottobre, è comparso un contro-manifesto di un finto Della Valle intitolato “Imprenditori, ora basta!”, caricatura di quello pubblicato sugli altri giornali.  Il Foglio, sostenitore anche dell’uscita di Marchionne dalla Confindustria siglata Marcegaglia soprattutto per via della “fotopportunity con la Camusso sull’articolo 8”, parla di “legami incestuosi tra politica ed economia” e di “industriali che preferiscono gli yacth e la vita corporativa a un ruolo dirigente nella vita del Paese”. Lo stesso Ferrara, l’anti-Santoro che incolpa della crisi “le burocrazie confindustriali, togate, un pezzo di politica e molti complici del sistema”, scrive: “Quando crolla un sistema politico nascono tentazioni virtuose”, alludendo allo scarparo più famoso di Italia e invitandolo però a mettersi dalla parte giusta. Già. Ma quale schieramento vorrebbe ospitare uno che esordisce dicendo “Politici, ora basta!”?

Infatti i giornali di destra titolavano “Della Valle vuole fare le scarpe a Berlusconi” et similia, mentre a sinistra c’erano i più piccati: “Mi rispetti almeno come consumatore” ha detto subito la Bindi, sfoggiando un paio di Hogan proprio come Berlusconi. Il Capo dello Stato ha affermato di essere stufo di parole anti-politiche dicendo: “La politica siamo noi”. Maroni, invece, era l’unico che riconosceva nel manifesto di Della Valle “un grido d’allarme da prendere in considerazione”. Completamente opposte e svariate le reazioni sul web: “si candida a Presidente di Confindustria” secondo “Ilsussisiario.net”; “Dov’era Della valle mentre b. faceva danni?”; “Si potrebbe essere d’accordo col suo manifesto se non l’avesse scritto lui”; “Cosa ha fatto per difendere i posti di lavoro in Italia? Per far conoscere al consumatore dove produce i suoi prodotti? Per contrastare la legge truffa Reguzzoni-Versace?”. Addirittura Dagospia lo ha definito “Diego Laqualunque, patron di Hogan cinesi”, e  Il Giornale del 7 ottobre ha titolato “Il patriota Della Valle fa le scarpe in Romania”, nonostante egli si dipinga come il campione del Made in Italy sul cui sito campeggia lo slogan “ogni prodotto viene eseguito a mano, con tecniche di alto artigianato, per diventare, dopo numerosi passaggi e controlli, un oggetto esclusivo e riconoscibile”.

Una cosa è certa: il suo sfogo del 1 ottobre non viene certo da sinistra, basta ripercorrere brevemente le principali tappe della sua storia. Ex elettore del Partito Repubblicano Italiano, nel 1994 votò e sostenne economicamente il nascente partito di Silvio Berlusconi, già nel 1996 però se ne allontanò per aver constatato metodi non condivisibili. Amico di Clemente Mastella, in vista delle elezioni politiche del 2006 ha rifiutato una candidatura nell’Udeur. Cavaliere del lavoro è un imitatore di Berlusconi anche sul fronte calcistico dove fa il suo ingresso nel 1995, entrando a far parte del consiglio di amministrazione dell'Inter per volere di Massimo Moratti, carica che ricopre fino al 2001. Subito dopo fonda con Luca Cordero di Montezemolo il fondo Charme e acquisisce quote di rilievo in aziende del design italiano quali Poltrona Frau, Cassina e Ballantyne. Nel 2002 acquista la società calcistica Fiorentina fallita nel luglio dello stesso anno. In tre anni la nuova società riuscì a riportarla di nuovo ad alti livelli; per i primi due anni però alla squadra non fu consentito di partecipare alla Champions League per le accuse, poi cadute, note come Calciopoli. Il 30 marzo 2010 rassegna le dimissioni, in qualità di patron della Fiorentina, con un comunicato ufficiale sul sito della società viola, pur rimanendone azionista di maggioranza. Nel 2002 ottenne anche una quota vicina al 2% in Mediobanca. Nel 2003 acquisì il 2% di RCS, mossa che gli consentì di entrare nel consiglio d'amministrazione del Corriere della Sera, che affianca agli altri dove siede: Assicurazioni Generali Spa, Ferrari S.p.A., Louis Vuitton, Le Monde Europe S.A.

Il pallino di don Diego è sempre stato il Made in Italy e tutto ciò che gli ruota intorno, compreso il restauro del Colosseo (affidatogli il 21 gennaio 2011), finanziato da 25 milioni di euro di cui Della Valle è sponsor unico e che potrà pubblicizzare sui siti e nei negozi (anche se ha giurato che non metterà una Tod’s gigante sull’anfiteatro). Il Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Tod’s, neo-Mecenate alla corte dell’Augusto-Silvio, è fermamente convinto che proteggere e promuovere la nostra cultura sia di grande aiuto anche al mondo delle imprese che operano in Italia e all’estero. Si è buttato in avanti con questa iniziativa nella speranza che possa essere presto seguito da altre aziende e persone orgogliose delle bellezze italiane, cosa che farebbe benissimo alla nostra immagine nel mondo. Il piano degli interventi sull’Anfiteatro Flavio (pubblicizzato sul sito tods.com) prevede: la sostituzione dell'attuale sistema di chiusura dei fornici con cancellate; il restauro del prospetto settentrionale e meridionale, degli ambulacri e degli ipogei; la messa a norma e l'implementazione degli impianti; la realizzazione di un centro servizi che consenta di portare in esterno le attività di supporto alla visita che sono attualmente nel monumento e che sarà utile all’accoglienza delle persone che lo visiteranno. Infine con la Fondazione senza fini di lucro “Amici del Colosseo” si occuperà di promuovere la conoscenza del progetto di restauro e di altre iniziative, a solo scopo sociale, dedicate prevalentemente a giovani e anziani per avvicinarli ancora di più a questo monumento. Per tutto ciò il Mecenate si è dovute accordare con l’ex Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, lo stesso che Della Valle ha definito “ragazzo di bottega” nella puntata di Ballarò del 4 ottobre, quando affermò di voler parlare col suo “principale” (leggi: Berlusconi) sulle questioni serie. Snob al punto che Angela Vitaliano sul “Il Fatto Quotidiano” del 5 ottobre ha dovuto prendere le difese dell’ex Coordinatore di Forza Italia.

Dunque lo Schumacher italiano va probabilmente inquadrato nel “partito del CorSera” che tifa per un governo tecnico di persone capaci e perbene che non siano né di destra né di sinistra; d’altronde a entrambe fa le scarpe da molto tempo... Su internet dicono persino che “Ezio Mauro non si è fatto pagare l’annuncio di Della Valle in quanto fa lo stesso per Montezemolo gratis tutti i giorni” e che Repubblica si è trovato un articolo bell’ e pronto senza far la fatica di pensare come riempire il giornale, data l’identicità di vedute.

Chissà se alla fine questo manifesto avrà un seguito, se cioè un calzolaio sarà il “tecnico” che guiderà l’Italia, o se rimarrà un “visconte dimezzato” dall’ombra del più ambizioso Montezemolo, più bramoso di potere che cultore dell’arte italiana.

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