venerdì 7 gennaio 2011

Professoressa VS prof. – Confronto con la mia insegnante del liceo

Lei è in pensione dal primo settembre di quest’anno, dopo aver passato tutta la sua vita nella scuola.
Io sono precaria dal primo settembre di ogni anno.

Lei, l’hanno sempre chiamata Professoressa.
Per me si sono fermati, sin dall’inizio, alle prime quattro lettere: Prof.

Lei,  in 40 anni di servizio non ha mai messo una nota né sbattuto nessuno fuori dall’aula.
Io l’ho già superata. E non sono neanche al terzo anno d’insegnamento.

Lei, ti richiamava al dovere soltanto con la forza del suo sguardo.
Io, in una climax ascendente, passo dalla voce alle urla.

Lei, prima di interrogare, scorreva il suo ossuto dito sul registro, mentre noi sprofondavamo sotto il banco in maniera proporzionale a come passava dalla A alla Z e pregavamo tutti i santi di non essere chiamati, giurando di studiare il giorno dopo. E poi il giorno seguente la scenetta si ripeteva puntualmente allo stesso modo.
Io il silenzio lo ottengo solo da parte dell’interrogato che fa scena muta.

Lei, quando entrava in classe, tutti la salutavano col “Buongiorno” e alzandosi in piedi.
A me, mi si fila solo una che mi dice “Bella prof, come butta?”

Lei, dopo il terremoto, raccolse tutti i compiti della classe invece di catapultarsi fuori dalla scuola.
Io… beh…. Non saprei…

Lei e i genitori facevano una squadra invincibile contro di noi.
A me invece tocca guerreggiare con genitori che difendono i propri figli a spada tratta e con i Presidi che tutelano i loro clienti.

Lei, se sgridava qualcuno, lo copriva di un’onta incancellabile che i compagni ti facevano pesare ancora di più.
Io, se richiamo qualcuno, lo trasformo in un eroe.

Lei, però, era un’entità eterea, inarrivabile, con la quale non si poteva parlare mai, a meno che non eri interrogato. Se avevi un problema esistenziale, te lo dovevi tenere e se avevi un dubbio te lo dovevi risolvere da solo.
Io, invece, ho la fortuna di poter ascoltare tutto ciò brulica nella mente dei ragazzi perché oggi gli studenti sono aperti come conchiglie e non hanno segreti nemmeno per i loro insegnanti.

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